Il gruppo e la sua influenza sui singoli individui è stato molto studiato in psicologia. Lewin (1972) lo definisce come “una totalità dinamica in cui i membri si trovano in un rapporto di interdipendenza e perseguono un fine comune”.
Nel campo del triathlon spesso si pensa che l’atleta è solo in campo gara così come in allentamento, niente di più falso! Ogni sport che si rispetti è sempre un lavoro di squadra, sia questa formata da altri atleti o da allenatori, fisioterapisti, nutrizionisti, dirigenti e da tutti gli altri professionisti del settore.
Lewin sottolinea come il singolo, immerso in un gruppo, ha un rapporto di interdipendenza, e in ambito sportivo l’atleta ha il compito di alimentare lo spirito di squadra, dal quale viene a sua volta alimentato. Nell’indagare cosa significa il gruppo per un atleta, e perché è così importante anche in uno sport individuale, è necessario distinguere ciò che il gruppo stesso rappresenta per lui.
Basandosi sulle diverse età possiamo osservare che:
Nella teoria della Getalt il campo totale viene paragonato a un puzzle e l’individuo a una sua tessera. Il gruppo e l’individuo sono indivisibili, e, allo stesso tempo in relazione reciproca: ciascuno agisce da contenitore da e per l’altro. Gli individui sono la personificazione degli aspetti del gruppo, e il gruppo può contenere parti di ciascun individuo, come in un “ologramma” (Zinkin, 1987). In uno sport multidisciplinare e di resistenza, come è il triathlon, avere un gruppo a cui affidarsi, in cui confrontarsi e da cui trarre supporto diventa fondamentale. Soprattutto in quei momenti in gara individuale, avere un gruppo interiorizzato di compagni, dà la carica giusta per proseguire con un’altra bracciata, pedalata o passo di corsa!
Articolo della Dott.ssa Miriam Rossi, Psicologa – Psicoterapeuta
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